Frammenti d'oblio by Valeria Conca

Frammenti d'oblio by Valeria Conca

autore:Valeria Conca [Conca, Valeria]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788832281736
editore: Argot Edizioni
pubblicato: 2024-04-21T22:00:00+00:00


Capitolo 12. Colori

Con l’aiuto di Franz e Paula, la salute di Else migliorò più velocemente di quanto non si sarebbe aspettata, nonostante ai suoi occhi rimanesse ancora tutto grigio.

Prendersi una pausa dal lavoro era stata un’ottima idea: staccare dal mondo esterno e dalle preoccupazioni che ne derivavano era stato un passo essenziale nel lenire il suo dolore.

Margot continuava a tempestarla di lettere a cui Else rispondeva sporadicamente, mentre Klara aveva preferito supportarla mandando torte e biscotti preparati appositamente per lei.

Dato che la sua condizione era migliorata, Else decise di accettare l’invito di Franz a passare un pomeriggio a casa sua.

In quei giorni il ragazzo le aveva parlato spesso della sua dimora, di tutte le cose che voleva mostrarle e della sua adorata nonna, che teneva a farle conoscere.

Else non si sentiva nella posizione di rifiutare dopo tutto quello che Franz aveva fatto per lei… e inoltre, voleva andare.

Stavolta non voleva che nessun dubbio s’intromettesse tra i due.

Non appena arrivò alla villa, situata nel benestante quartiere di Charlottenburg, proprio a pochi metri dal castello appartenuto a Federico I di Prussia, Else si rese conto che le descrizioni di Franz erano tutt’altro che iperboliche: la facciata da sola era incantevole.

A giudicare dall’architettura, la struttura doveva risalire ai primi decenni del XIX secolo, e Franz glielo confermò dicendo che la villa era in possesso della famiglia Becker dal lontano 1840.

Come le aveva assicurato lui, Else si scordò immediatamente di essere a Berlino: la villa era circondata da un giardino ben tenuto e pieno di fiori di ogni tipo che gli donavano un aspetto fiabesco.

Non era eccessivamente pomposo e disseminato da elaborate decorazioni messe a caso, anzi, era stupendo nella sua semplicità.

La città, il suo trambusto e il suo grigiore, apparivano lontanissimi.

Franz le fece cenno di seguirlo all’interno e non appena misero piede nel salone d’ingresso una signora di mezz’età dallo sguardo un po’ malinconico accorse all’entrata.

«Signorino Franz, è già di ritorno– oh! Mi perdoni, non sapevo avesse ospiti oggi. Buon pomeriggio, signorina!» esclamò sorridendo.

Else ricambiò il saluto, mentre Franz chiese: «La nonna?».

«È in sala, signorino. Stavo giusto per servirle il tè».

«Perfetto! Sarebbe troppo disturbo chiederle di aggiungere due tazze?».

«Si figuri, che sarà mai! Accomodatevi pure in sala, arrivo subito».

La donna si congedò con un cordiale sorriso, poi sparì nell’ala ovest della villa. Notata la faccia confusa di Else, Franz spiegò: «Lei è Helga. Abita con noi da moltissimi anni ormai, da prima che io nascessi… lei e suo marito mi hanno visto crescere, per quello mi chiamano ancora signorino, anche se dico sempre loro che basterebbe solo il mio nome. Helga e Otto sono sempre stati più di un semplice aiuto in casa, li ho sempre visti più come degli zii. Quando è morto anche mio padre temevano che li avrei mandati via per assumere qualcuno di più giovane, ma non avrei mai potuto. Hanno sempre fatto parte della famiglia al pari dei miei parenti di sangue. Anzi, anche di più! E adesso, se non ci fossero loro due la nonna sarebbe sempre molto sola quando sono a lavorare.



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